Consulta-Udace: è di nuovo rottura, le nuove tessere non sono valide

E’ di nuovo muro contro muro tra Consulta nazionale ciclismo e Udace-ACSI.

Gli impegni non sono stati rispettati e quindi non ci sarà nessuna deroga – spiega Ivan Piol, referente nazionale FCI per il settore Gran Fondo – ho parlato con il presidente FCI Renato Di Rocco che mi ha confermato che a partire dal 9 aprile, come annunciato, i tesserati Udace-ACSI non potranno partecipare a nessuna manifestazione organizzata dagli enti della Consulta

Secondo quanto emerso dalla riunione organizzata il 22 marzo scorso dal Coni con tutti gli Enti di promozione sportiva che formano la Consulta e l’Udace, entro il 9 aprile si sarebbe dovuto concludere il processo di integrazione totale dell’Udace in Acsi, risolvendo una volta per tutte la questione. E così pareva stesse accadendo. L’ACSI, infatti, ha fatto stampare nuovi tesserini che proprio in questi giorni vengono distribuiti ai tesserati Udace.

Ma proprio queste tessere sarebbero uno dei nodi più grosso che hanno riacceso la polemica e spinto di nuovo la Consulta a mettere al bando questa volta anche i tesserati ACSI. Le nuove tessere, infatti, non riportano nessuna dicitura o uno spazio che indichi l’attività ciclistica, ma nemmeno la foto con il timbro dell’ente e i dati anagrafici dell’atleta. Quindi non si può essere sicuri che la tessera ACSI esibita da un ciclista sia relativa al ciclismo (quindi con copertura assicurativa) e che sia proprio della persona fisica che ci si trova innanzi. Addirittura pare che Udace non abbia nemmeno inviato i nominativi dei propri tesserati all’ACSI per l’assorbimento che viene quindi fatto in modo anomalo e atipico.

A dare fuoco alle polveri anche una lettera pubblicata il 10 aprile sul sito dell’UDACE del vice presidente Negri che dichiara che “l’UDACE, come libera associazione, per i propri soci, può organizzare qualsiasi manifestazione, senza che il CONI possa dire alcunché.” Ritornando ad un auto riconoscimento di indipendenza e autonomia che la Consulta gli contesta, non essendo Ente di promozione sportivo. Sul piatto anche una questione molto delicata relativa all’aspetto assicurativo emerso da un comunicato congiunto firmato dal presidente Udace Barberis e da quello dell’ACSI Viti. In esso si legge che l’assicurazione della sezione ciclismo sarà quella stipulata dall’Udace, la Milano Assicurazione mentre l’ACSI si affida alla Unipol. Di fatto, si crea una situazione non chiara perchè la polizza UDACE è stata firmata dal presidente Barberis mentre la Unipol dal presidente Viti, e quindi si rischia di avere un ciclista ACSI con un’assicurazione contratta da Udace, una pratica assicurativa anomala tanto più in mancanza di garanzie di certezza e di riconoscibilità dei tesserati. Di qui la nuova profonda spaccatura tra la Consulta e Udace-Acsi.

Che questa volta rischia di creare gravi disagi ai ciclisti in primis ma anche agli organizzatori.

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